L'attimo fuggente


 L'attimo fuggente
Ci sono attimi della nostra vita che abbiamo lasciato sfuggire senza renderci conto o senza fare niente per fermarli, per concretizzare.
Chi non si ricorda quella volta quando si trovò davanti a quella persona così bella, così attraente… Quell'attimo in cui è salito dal cuore verso la gola la voglia di salutarla, di parlargli, di fermare quell'attimo per chiedergli come si chiama, per conoscerla… E ci lasciamo sfuggire il momento, lasciamo passare l'opportunità, e ancora oggi ci domandiamo perché non siamo stati più impulsivi, meno formali.
Chi non ricorda con rammarico quella volta che hanno chiesto: C'è qualcuno che si la sente di farlo? E noi siamo rimasti inchiodati in un mare di dubbi e incertezze senza alzare la mano per proporci…O quella possibilità di cambiare di lavoro per iniziare un’attività diversa, più consone con i nostri desideri… Non abbiamo fatto niente e oggi ci chiediamo cosa sarebbe successo si avessimo avuto più coraggio, più spinta.
E quel viaggio che volevamo fare, e che per un motivo o un altro abbiamo posticipato aspettando tempi migliori?
E quella volta che volevamo dire: Basta! Ma siamo rimasti di bocca chiusa per timore al confronto o a cambiamenti futuri?.
L’attimo fuggente lascia sempre un sapore metallico in bocca, una registro vuoto nel cuore che piano piano scende alla pancia, e la sensazione di che è improbabile che nel futuro si ripeta, anche se noi continueremo ad aspettarlo...
Con gli attimi fuggenti non si costruisce una vita, no si organizza un percorso, non si stabilisce un futuro, non si cambia niente. 
E la cosa buffa, è che questo atteggiamento pacato, di apparente riflessione, di prudenza, e quello che ci insegnano già da piccolo nella scuola; E crescendo capisci, che è meglio “adeguarsi”, “giocare” con le regole che il sistema impone; così, potrai stare meglio e talvolta riuscire a migliorare, o trovare quello che cercavi; e sai che non sarai soddisfatto e contento al cento per cento, ma, almeno in parte ci avrai riuscito…
La società attraverso i media e la pubblicità ti fa notare chi sono gli eroi, i coraggiosi, i temerari, i vittoriosi… e con le sue regole, la sua morale, ti fa restare nelle filiere di quelli che devono aspettare senza rompere mai la fila... e mentre aspetti il tuo turno, che ci concedano il tuo spazio, dal fondo della tua coscienza una vocina sommersa, piccina piccina, ti dice: non c'è la farai mai…
Questo atteggiamento sociale indotto con molta intelligenza, o subdola stupidità direi io, fa che davanti a tutte le situazione di violenza che soffriamo o vediamo soffrire a chi ci sta vicino, noi non reagiamo; Davanti a una situazione di violenza, “lasciamo stare”; Può essere un uomo che sgrida o spinge una donna nel marciapiede; o un adulto che schiaffeggia pesantemente un bambino per strada; o una vecchietta che viene ingannata dal fruttivendolo al ricevere il resto; o la guardia giurata che con toni bruschi indica cosa dobbiamo fare, come dobbiamo comportarci; o il dipendente pubblico che risponde a una nostra richiesta senza nessuna voglia, come facendoci un favore; e tanti e tanti altre situazioni di violenza fisica, economica, psicologica, di genere, morale, ecc. 
Siamo arrivati al punto di ignorare chi è per terra nel cortile del condominio... O chi chiede aiuto a squarcia gola... O il vicino che sappiamo che non la sta passando bene e che a malapena ha da mangiare…
Per Bacco! Anche in tutte queste situazione lasciamo scappare quell'attimo fuggente… Come? ti chiederai… E si!: ci lasciamo scappare quella possibilità di fare qualcosa de diverso nella nostra vita, qualcosa che può costruire qualcosa nel futuro, qualcosa che rompe i canoni dello stabilito offrendo una risposta diversa, solidale, umana. E il peggio, è che lasci scappare la possibilità di essere felice! 
Quando riesci a superare le tue barriere inibitorie, quando prendi quel attimo al volo e fai quello che deve essere fatto, ti senti un eroi! Sei felice! Sei orgoglioso di te e ti senti un elemento attivo e importante della società!
Vedi perché parlo di non lasciare scappare quegli attimi fuggenti?...perché perdiamo l'opportunità di stare bene, di crescere, di sentirci importanti in una società che dipinge tutto di grigio: fra le normative, le libertà comandata e il consenso fasullo.
La prossima volta che vedi qualcuno che piange per strada fatti coraggio a chiedergli cosa le succede; Quando vedi qualcuno caduto per terra, vai a vedere si sta bene, si ha bisogno di aiuto; Quando per strada o sull'autobus vedi qualcuno che è oggetto di bullismo o di violenza, fa qualcosa: non fai l'eroe di fumetto rischiando la pelle, ma chiama altre persone in aiuto, telefona alla polizia; Si puoi offrire un paio d’ore alla settimana per sostenere altre persone, facendole compagnia, aiutandole con le spesse, o come volontario in una associazione, fallo! 
Tutto questo fa parte della normalità in una società civile, solidale e nonviolenta.
Non permettere che queste cose non accadano a te.
Non lasci scappare l’attimo fuggente! Si felice! Sì umano!

-----------------------------------------------------------------------------------

El momento fugaz

En nuestra vida, hay momentos que dejamos escapar sin darnos cuenta, sin hacer nada para detenerlos, para materializarlos.
Quién no recuerda ese momento, ese instante, en que nos encontramos frente a esa persona tan hermosa, tan atractiva… ese instante en que surgio el deseo de saludarla, de hablarle, de congelar ese momento en el tiempo para preguntarle su nombre, paraconocerla… y dejamos pasar ese instante, dejamos pasar esa oportunidad... y aún hoy nos preguntamos por qué no hemos sido más impulsivos, menos formales...
Quién no recuerda con pesar aquella vez que preguntaron: ¿Hay alguien que tenga ganas de hacer esto? … y nos metimos en un mar de dudas e incertidumbres sin levantar la mano para proponernos, sintiendo que queriamos hacerlo y que eramos capaces… O esa posibilidad de cambiar de trabajo y emprender un negocio diferente, más acorde a nuestros deseos de futuro… no hicimos nada... y hoy nos preguntamos como hubiera sido si hubiéramos tenido más coraje, más empuje...
¿Y ese viaje que queríamos hacer, y que por una u otra razón pospusimos esperando tiempos mejores?
Y esa vez quisimos decir: ¡Basta!...  pero ¿mantuvimos la boca cerrada por miedo a la confrontación o a cambios futuros?.
El momento fugaz, ese instante que se disuelve en el tiempo si no lo materializamos,  siempre deja un sabor metálico en la boca, un registro de vacío en el corazón que desciende lentamente hasta el vientre... y la sensación de que es poco probable que se repita en el futuro, aunque sigamos a esperarlo. ...
Con momentos fugaces no se construye una vida, no se organiza un camino, no se  establece un futuro... no se cambia nada...
Y lo curioso es que esa actitud de prudencia, de tranquilidad, de aparente reflexión, es la que nos enseñan de pequeños en la escuela; Y a medida que creces comprendes que la prudencia, la tranquilidad, es lo mejor para “adaptarse”, es lo mejor para “jugar” con las reglas que impone el sistema; Con esta actitud podrás sentirte mejor y en ocasiones podrás mejorar, o encontrar lo que estabas buscando... pero sabes que no estarás satisfecho y feliz al cien por cien, que has dejado pasar ese instante fugaz... pero conformandote pensaras, que al menos en parte, lo has conseguido…
A través de los medios y la publicidad, la sociedad te muestra quiénes son los héroes, los valientes, los temerarios, los victoriosos... y con sus reglas, su moral, te hace permanecer en la cadena de consumo de los que tienen que esperar sin romper la fila... y mientras esperas tu turno, que te den tu espacio, que llegue tu oportunidad, sentiras desde el fondo de tu conciencia una vocecita sumergida, pequeñita, te dice: ahí nunca llegare...
Esta actitud social inducida con gran inteligencia, o estupidez disimulada diría, hace que delante de todas las situaciones de violencia que sufrimos o vemos sufrir a quienes estan cerca, no reaccionamos; Ante una situación de violencia, hacemos como si no existiese, minimizamos la accion, o justificamos socialmente lo que vemos: Puede ser un hombre regañando o empujando a una mujer a la acera; o un adulto abofeteando fuertemente a un niño en la calle; o una anciana que es engañada por el verdulero cuando recibe cambio; o el guardia de seguridad que bruscamente nos indica lo que debemos hacer, cómo debemos comportarnos; o el funcionario publico que responde a nuestra solicitud sin ningún deseo, como si nos hiciera un favor; y muchas y muchas otras situaciones de violencia física, económica, psicológica, de género, moral, etc.
Hemos llegado al punto de ignorar a quien está caido en el piso del patio de nuestro condominio... o a quien pide ayuda a los gritos... o al vecino que no está bien y sabemos que apenas tiene para comer ...
¡Por dios! incluso en todas estas situaciones dejamos escapar ese momento fugaz… ¿Cómo? te preguntarás... ¡Y sí!: nos perdemos esa posibilidad de hacer algo diferente en nuestras vidas, algo que pueda construir algo para el futuro, algo que rompa los cánones de lo establecido al ofrecer una respuesta diferente: humana, solidaria! ¡Y lo peor es que te pierdes la posibilidad de ser feliz!
Cuando logras superar tus barreras inhibitorias, cuando tomas ese momento sobre la marcha y haces lo que hay que hacer, ¡te sientes como un héroe! ¡Y eres feliz! ¡Estás orgulloso de ti mismo y te sientes como un elemento activo e importante de la sociedad!
¿Ves por qué hablo de no dejar escapar esos instantes, esos momentos fugaces?... porque perdemos la oportunidad de sentirnos bien, de crecer, de sentirnos importantes en una sociedad que lo tiñe todo de gris: entre normas, libertades impuestas y falsos consensos.
La próxima vez que veas a alguien llorando en la calle, pregúntale qué está pasando. Cuando veas a alguien caído al suelo, ve a ver si está bien, si necesita ayuda; Cuando en la calle o en el autobús veas a alguien que esta siendo acosado o abusado, haz algo: no te hagas el héroe del cómic arriesgando tu vida, sino llama a otras personas para que te ayuden, llama a la policía; Sí puedes ofrecer un par de horas a la semana para ayudar a otras personas, haciéndoles compañía, ayudándoles en sus compras o como voluntario en una asociación, ¡hazlo!
Todo ello forma parte de la normalidad en una sociedad civil, solidaria y no violenta.
No dejes que estas cosas no te sucedan.
¡No dejes que ese instante fugaz se te escape! ¡Se feliz! ¡Se humano!


A che gioco gioca Dio?

In tutti gli esseri viventi c'è un piano. È un progetto che si tramanda dalla creazione dell'universo, dei pianeti, della vita sulla terra; Un disegno che suggerisce il dove, il come e il perché del ruolo svolto dai minerali, vegetali, animali e dall'uomo sulla nostra terra. Tutto si muove sviluppandosi, evolucionando, verso una direzione, verso un fine.

Posso immaginare l'uomo del futuro, come un essere energetico, un essere di luce. 

Nel presente, posso giustificare la sua azione nel mondo da più svariati punti di vista: con la sua azione, con la sua attività verso l'esterno, con il suo operato, costruisce, modifica, crea l'essere sociale del futuro; La sua opera, sia essa materiale o spirituale, modifica sempre qualcosa: È un esempio di condotta da seguire per chi gli sta intorno; È il pensiero, il dogma o la costruzione che sostiene la generazione che sta emergendo; E infine, è il suo sviluppo interno, la proiezione che lo avvicina all'infinito.

Da quanto detto fino a qui, fare del bene considerando gli altri come me stesso, avanzare nel mio lavoro e nelle mie convinzioni senza nuocere a nessuno, motivare e partecipare al lavoro comune, è valido e giustifica la mia esistenza e l'esistenza d’altri.

Tenete presente che quello che io chiamo il livellamento delle energie sociali, cioè il superamento di tutti i tipi di violenza che affliggono l'umanità, è un passo necessario da compiere, un impedimento da superare affinché l'evoluzione continui il suo cammino. Questo passo fondamentale per lo sviluppo umano però, non fa parte del ragionamento che ora stiamo conducendo. E perché? Perché a livello planetario o globale, il fattore di violenza che impedisce lo sviluppo e l'evoluzione del genere umano, in relazione allo sviluppo e all'evoluzione dell'universo, è un fattore insignificante: se l'uomo, con la sua stupidità si auto-distrugge o impedisce la sua evoluzione, non pregiudica l'evoluzione infinita e trascendente dell'universo. È un fattore di importanza solo per la specie umana; L’universo segue la sua rotta, e sicuramente altre specie che sicuramente si assomiglieranno a noi nella sua intenzionalità, emergeranno dal caos planetario, e continuerà la consecuzione del PIANO.

Tornando al nostro PIANO: posso verificare, immaginare, proiettare, con basi speculative abbastanza sicure, il periodo di tempo compreso  fra ciò che chiamiamo Big Bang, che ha dato inizio alle nostre speculazioni, e quel futuro lontano, quanto o più lontano del Big Bang dove andiamo; questo periodo mi da una certa sicurezza, un  contenimento esistenziale, un perché a tutto ciò che esiste.

È qui che mi chiedo: E prima? E dopo? Che senso ha tutto questo? Perché questo gioco di specchi che riflettono all'infinito passato e futuro alla ricerca di un significato esistenziale nel presente?

Albert Einstein disse: "Dio non gioca a dadi con l'universo"

Mi chiedo: a che gioco gioca Dio? Quale motivazione può avere ciò che è: infinito, incommensurabile, onnipotente, onnipresente, perfetto? Quale motivazione può avere affinché tutta questa macchina evolutiva continui a muoversi?


A qué juego juega Dios?
En todo lo viviente existe un plan. Es un plan que puedo distinguir desde la creación del universo, de los planetas, de la vida en la tierra; Un plan que me sugiere el dónde, el cómo  y el porqué de la función que cumplen los minerales, los vegetales, los animales, y el hombre en nuestra tierra. Todo se mueve en evolución y desarrollo hacia una dirección, hacia un fin. 

Puedo imaginar al hombre, en un futuro, como un ser energético, un ser de luz. En el presente puede justificar su acción en el mundo desde varios puntos de vista: Con su acción en el mundo, con su actividad hacia afuera, con sus obras, construye, modifica, crea el ser social del futuro; Su obra, sea que se la considere material o espiritual, siempre modifica algo: Es ejemplo de conducta a seguir para quienes lo rodean; Es pensamiento, dogma o construcción que sustenta la generación que está surgiendo; Y por último, es desarrollo interno, es la proyección que lo acerca al infinito. 

Desde todo lo dicho hasta aquí, obrar haciendo el bien considerando a los otros como a mi mismo, avanzar en mi trabajo y en mis creencias sin perjudicar a nadie, motivar y participar de la obra común, es valedero y justifica mi existencia. 

Téngase en cuenta que lo que llamo nivelación de las energías sociales, o sea, la superación de todos los tipos de violencia que azotan a la humanidad, es un paso necesario de realizar, un impedimento de superar para que la evolución continúe su camino. Este paso fundamental para el desarrollo humano, no hace parte del razonamiento que estamos llevando. ¿Y porque?: porque a nivel planetario o global, el factor de la violencia que impide el desarrollo y evolución de la raza humana, en relación al desarrollo y evolución del universo, es un factor in-trascendente: el hombre, si con su estupidez se autodestruye o impide su evolución, no afecta el devenir infinito, trascendental del universo. Es un factor de importancia solamente para la especie humana.
Volviendo a nuestro PLAN: puedo comprobar, imaginar, proyectar con bases especulativas bastante seguras, el periodo de lo que supuestamente sucedió desde el BigBang, hasta ese futuro hacia dónde nos dirigimos, tanto o más lejano que el BigBang; Este periodo me pone limites, me contiene, me da seguridad existencial, un porque a todo lo existente. 

Es aquí que me pregunto: ¿Y Antes?  Y después? Cuál es el sentido de todo esto? Para que este juego de espejos que reflejan infinitos pasados y futuros inconmensurables en la búsqueda de un sentido existencial al presente? 

Albert Einstein dijo: “Dios no juega a los dados con el universo”  

Yo me pregunto: A qué juego juega Dios? ¿Qué motivación puede tener lo que es infinito, inconmensurable, omnipotente, omnipresente,  perfecto, para que toda está máquina evolutiva siga moviéndose?