Il Mito - Proposito Personale e Proposito Sociale
Il superamento della sofferenza personale si ottiene quando la coscienza supera la paura della morte, della malattia, della solitudine. La malattia, la solitudine, possono essere superate attraverso lo sviluppo sociale tecnico scientifico e lo spirito di solidarietà; La paura della morte può essere superata attraverso la fede o un lavoro interiore che avvicina la persona agli spazi profondi della spiritualità.
Tuttavia, il potenziale energetico necessario che consentirà la trasformazione dell'essere umano come specie, sarà possibile quando esisterà un proposito universale che unisca tutti gli esseri umani su questa terra, un proposito che sia un sentimento, non uno slogan; un proposito/sentimento che trasforma il IO in un NOI. Questo proposito permetterà di risparmiare energie secondarie, superficiali, per facilitare la realizzazione di eventi che oggi potremmo considerare soprannaturali, come il prolungamento della vita fino a toccare i limiti dell'immortalità. Questo proposito potrebbe essere la creazione del popolo universale, la certezza che il cambiamento lo dobbiamo fare tutti insieme.
Se in questo quadro si considera che la coscienza è una struttura indivisibile di atto-oggetto, e che la sua trasformazione significa anche l'espansione concettuale dell'oggetto che corrisponde a quella coscienza globale, dovremmo parlare di una coscienza collettiva che utilizza una memoria collettiva nella sua strutturazione globale; Questa memoria globale ci permetterebbe di risparmiare energia come individui isolati nella comprensione e nella ricerca di dati, permettendone l'uso nell'elaborazione di immagini più strutturate più elevate, come quelle che emergono di una coscienza ispirata.
Sintetizzare: un salto evolutivo nella storia umana richiede una memoria e uno proposito collettivo. Il mito,  come sfondo psicosociale, come proposito sociale, può guidare questi comportamenti.

El Mito  _  Propósito personal y Propósito social
La superación del sufrimiento personal se consigue cuando la conciencia supera el temor a la muerte, a la enfermedad, a la soledad.  La enfermedad, la soledad, pueden ser superadas a través del desarrollo social técnico científico y el espíritu solidario; El temor a la muerte puede ser superado a través de la fe o de un trabajo interno que acerque a la persona a los espacios profundos de la espiritualidad. 
Sin embargo, el potencial energético necesario que permitirá la transformación del ser humano como especie, será posible cuando exista un propósito universal que hermana a todos los seres humanos de está tierra, un propósito que sea un sentimiento, no un slogan; un propósito/sentimiento que convierte el YO en un NOSOTROS. Ese propósito consentirá de ahorrar energías secundarias, superficiales, para conducirlas hacia la realización de eventos que hoy podríamos considerar como sobrenaturales, como la extensión de la vida hasta rozar los límites de la inmortalidad.   Este propósito podría ser el la creación del pueblo universal, la certeza que al cambio lo debemos hacer todos juntos. 
Si en este encuadre consideramos que la conciencia es una estructura indivisible de acto-objeto, y que su transformación también significa  la ampliación conceptual del objeto que corresponda a esa conciencia global, tendríamos que hablar de una conciencia colectiva que utilice en su estructuración una memoria colectiva global; Está memoria global nos permitiría ahorrar como individuos aislados energías en la comprensión y búsqueda de los datos, permitiendo su empleo en la elaboración de imágenes más estructuradas, más elevadas, como aquellas que surgen de una conciencia inspirada. 

Sintetizando: un salto evolutivo en la historia humana necesita de una memoria y de un propósito colectivo. El mito, como trasfondo psicosocial, como propósito social,  puede guiar estas conductas.

Antòn Morà - 08/11/2021