Porte al futuro

Oggi passeggiava in un bosco di querce immerso nella montagna. 

Lo spettacolo era Indescrivibile; l’aria frizzanti, il sole maestoso che imponeva il suo calore ai sassi freddi e umidi di pioggia recentemente caduta… L'orizzonte altalenante fra nuvole e cime… Il silenzio, quel silenzio pieno di fruscii di foglie, di canti di uccelli, del gorgoglio del filo d’acqua che scende serpentino fra le radici arboree... 

A un punto mi fermo, guardando lontano, ma senza vedere niente che mi concentrasse… Solo  quella panoramica dello spazio che cambiava nei miei occhi a cada pulsar del cuore.

Fermo nello spazio e nel tempo me sono chiesto: Cosa faccio qua? Qual è il senso di questo momento? E fra poco continuerò a camminare, e questo, che senso avrà avuto tutto questo? 

E saltando magicamente dal bosco alla città dove svolgo le mie consuetudinarie attività quotidiane, guardando dove lavoro, dove abito, i miei peccati di gola visitando il caffè pasticceria del centro, il tornare a casa a trovare i miei cari, a guardare i film scaricato da internet... Mi domando: Cosa faccio qua? Qual è il senso di questo momento? E fra poco continuerò a fare altre cose... E questo, tutto questo... Che senso avrà avuto?

Devo confessare che traghetto un periodo non particolarmente positivo della mia vita; Ma non sono in un periodo nefasto o di negatività; Dirò che pencolo fra lo scetticismo cauto e l'accettazione con  riserve  di tutto quello che percepisco. 

Il tempo che mi circonda è sospeso in un limbo difficile di modificare… Ma non sono pessimista né negativo, ma… Mi è molto difficile trovare un senso a quello che vivo… Un senso che mi prema al seguito di questo momento… Al futuro... 

E dal fondo del cuore o chiesto: a nessuno o nessuna in particolare… Ho chiesto alla vita… Ho chiesto a me stesso, che qualcosa o qualsiasi doveva aiutarmi a trovare una direzione, un senso alla mia vita…  

Fu quasi una orazione…ho fatto un respiro profondo e chiesi con molta emozione, con molto amore, con vero bisogno…

E fu lì che una voce mi dice: Tu chiedi assistenza, chiedi che qualcuno ti aiuti... Vorresti che per miracolo le cose cambino… Ma ti sei chiesto sì veramente vuoi cambiare? Per che la tua richiesta sembra più autocommiserazione, che voglia di cambiare… La tua richiesta suona più come un lamento, che la voglia di rompere i condizionamenti per trovare una nuova strada…

E di colpo mi rese conto che la mia richiesta era fasulla… Che non volevo cambiare… Che volevo che qualcuno mi accarezzassi, che mi dicesse “poverino”... Avevo bisogno di giustificare quella tristezza, quella frustrazione, quel senso di debolezza…

Mi trovai davanti a un bivio, dove un senso mi portava a ripetere, giustificare tutti le scene che quotidianamente vivevo, ripetendo in circolo quello che facevo, salendo per scendere dopo, per intentare salire di nuovo, e nuovamente scendere, all'infinito… Commiserando… Giustificando… Violentando…

L’altro senso del bivio, era una porta! Una porta che si apriva a una luce offuscante che non permetteva distinguere lontano che cosa c’era… Una porta che per oltrepassarla dovevo avere voglia, entusiasmo, allegria!   Senza dubbio quello era il senso che dovevo prendere! 

Come preso per i capelli, volando a una velocità strepitosa, qualcosa mi riporto al mio bosco, al mio sole, alle mie montagne… E in quel momento mi dissi: 

Ogni situazione che vivrò dovrà essere una porta aperta al futuro! 

Ogni situazione, per piccola o insignificante che mi appaia, dovrà essere una porta al mio futuro! 

Perché sono certo che ogni volta che essa porta si apra, potrai intravedere un bagliore d'eternità!

E il vuoto si fu convertendo piano, piano, in speranza...